Il fumo è stato riconosciuto come un importante responsabile di malattie cardiovascolari. Le prove in letteratura sono ormai numerose sia per quanto riguarda la patologia ostruttiva coronarica che per le arteriopatie periferiche, le malattie cerebrovascolari e tutte le altre manifestazioni cliniche che riconoscono alla loro origine un’alterazione vascolare in genere.
Un fumatore ha 2-4 volte maggiore la probabilità di sviluppare malattie cardio-vascolari, rispetto ad un non fumatore. Il fumo raddoppia la probabilità di rischio per una persona di essere colpita da ictus. Un fumatore ha 10 volte maggiore di un fumatore, la probabilità di sviluppare malattie del sistema vascolare periferico.
Il fumo, dopo l’età, è il fattore di rischio più importante per le malattie cardiovascolari.
La speranza di vita di un fumatore è otto anni inferiore a quella di un non fumatore; chi fuma ha una probabilità doppia di essere colpito da infarto rispetto a chi non fuma.
Il fumo concorre ad aumentare la pressione arteriosa, riduce la tolleranza all’esercizio fisico, ed aumenta la tendenza del sangue a coagularsi. Il fumo inoltre aumenta il rischio di recidiva della Malattia Coronarica dopo l’intervento cardiochirurgico di bypass. Il fumo riduce i valori di HDL Colesterolo (noto come il Colesterolo buono). Il fumo inoltre aumenta ulteriormente il rischio di malattia coronarica in persone con storia familiare positiva per questa malattia.
Due sostanze chimiche presenti nelle sigarette hanno effetti nocivi sul cuore: la nicotina e il monossido di carbonio. La nicotina stimola il corpo a produrre adrenalina, che rende il battito cardiaco più veloce, costringendo il cuore a un maggior lavoro. Inoltre favorisce la formazione di coaguli nel sangue (trombosi). Il monossido di carbonio riduce la quantità di ossigeno trasportata dal sangue ai vari organi e tessuti del corpo.