Diminuisce il numero di fumatori tra gli uomini adulti e i giovani, ma resta ancora elevato tra le donne adulte, attirate dalla falsa immagine della fumatrice come donna emancipata e con più charme.
La verità è che il fumo, anziché aumentare il fascino della donna, provoca seri danni non soltanto alla salute, ma anche alla bellezza.
Le rughe compaiono più velocemente, le dita e i denti ingialliscono, i capelli perdono vitalità e lucentezza.
Il fumo è nemico anche della gravidanza, perché oltre ad esporre la donna direttamente ai rischi della sigaretta mette a repentaglio anche la salute del nascituro, vittima del fumo passivo.
I componenti tossici contenuti nella sigaretta, assorbiti per via sistemica, diminuiscono notevolmente il flusso sanguigno capillare ed arteriolare, determinando un’ischemia del derma e alterando l’integrità cutanea. La pelle perde il colorito naturale e diventa grigiastra. L’atrofizzazione dei capillari sottocutanei è responsabile anche della formazione di couperose e dell’aumento dei cuscinetti di cellulite.
Anche le fibre elastiche si modificano, la pelle perde tono e il viso appare più stanco. Questo quadro facilita notevolmente la formazione precoce di rughe, che si dispongono in forma radiale soprattutto intorno alle labbra e agli angoli degli occhi. Questo processo è favorito anche dal continuo movimento delle labbra nell’atto di aspirare il fumo, che accentua le rughe di questa zona già molto fragile. La nuvoletta che si forma ad ogni tiro, infine, irrita gli occhi che si difendono con frequenti lacrimazioni e strizzate, favorendo la formazione di microrughe.
I danni legati al fumo non sono visibili da subito. Il processo è lento e ci vogliono alcuni anni per poter notare quello che dermatologicamente viene descritto come “smoker’s face” (viso del fumatore). In Italia sono state condotte alcune utili osservazioni cliniche per confermare che il “viso del fumatore” si evidenzia soprattutto dopo i quaranta anni di età e le rughe da sigaretta si notano maggiormente sul viso delle donne fumatrici piuttosto che sugli uomini. I danni non si riferiscono soltanto alla pelle del viso, ma anche ai denti che appaiono anneriti, giallastri, opachi, a causa della formazione di placca e tartaro, che nei fumatori risulta più duro e compatto.
La sigaretta sembra influenzare anche la salute dei capelli. Secondo un’analisi pubblicata sul British Medical Journal nel 1996, che ha coinvolto oltre 600 pazienti, il fumo è stato associato alla comparsa di capelli bianchi e a perdita precoce dei capelli. Le sostanze ossidanti si introducono nella matrice cheratinica, che costituisce i capelli, e sono responsabili della perdita di consistenza e lucentezza, tipica delle fumatrici.
Infine l’associazione tra fumo ed esposizione al sole sembra peggiorare notevolmente il quadro. L’effetto sull’invecchiamento precoce si moltiplica. Confrontando la pelle di donne abbronzate, non fumatrici e fumatrici, il grado di rugosità aumenta fino a 6 volte di più nelle fumatrici.
Le donne fumatrici, poi, hanno maggiore difficoltà a rimanere incinte. La nicotina altera la contrattilità delle tube, ostacolando il trasporto degli ovociti l’incontro con gli spermatozoi. II fumo di sigarette, inoltre, causa una diminuzione dei livelli di progesterone e rende difficile I’annidamento dell’uovo fecondato nella mucosa uterina, alterandone la maturazione. Una volta instaurata la gravidanza il fumo continua a esercitare un effetto dannoso.
Alcuni studi condotti già negli anni ’60, uno nelle Hawai su più di 5.600 gravidanze e un altro negli Stati Uniti su 1.914 donne incinte, documentano una più alta incidenza di aborto spontaneo tra le fumatrici rispetto alle non fumatrici. Studi più recenti hanno confermato questi risultati, arrivando a stimare un rischio aumentato di circa il 50% di aborto spontaneo nel primo trimestre per Ie forti fumatrici. Esiste inoltre una documentata associazione tra fumo di sigarette e gravidanze extrauterine con un aumento di rischio riportato nelle fumatrici rispetto alle non fumatrici che varia dal 30% al 200%. E stato anche osservato the anche le ex fumatrici sono ad aumentato rischio di gravidanza extrauterine.
Il consumo abituale di tabacco, dopo il 4° mese di gravidanza, induce nel nascituro una riduzione dell’altezza, deficit mentali e comportamentali, un’aumentata incidenza di affezioni broncopolmonari e, a lungo termine, un aumentato rischio di cancro. Nel liquido amniotico delle fumatrici sono state dosate sia la nicotina che la cotonina ed il sangue delle donne gravide fumatrici contiene una maggiore concentrazione di carbossiemoglobina rispetto alle non fumatrici con possibile danno fetale da carbossiemoglobina.
E’ opportuno, infine, ricordare che le donne fumatrici vanno in menopausa più precocemente delle non fumatrici e, più in generale, che la nicotina influenza l’equilibrio endocrino centrale della donna, con alterazioni del ciclo ovulatorio.
fonte: Ministero della Salute